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1 Aprile 2025Dopo un articolato percorso partecipato e l’approvazione in Consiglio metropolitano è stato ufficialmente presentato il Piano metropolitano per l’economia sociale. Un’iniziativa pionieristica a livello nazionale che ridefinisce le traiettorie dello sviluppo economico e sociale del territorio, promuovendo modelli più sostenibili, inclusivi ed equi.
Il Piano, promosso dalla Città metropolitana di Bologna insieme al Comune di Bologna ed elaborato con il supporto tecnico di AICCON e Social Seed, introduce oltre 60 misure per rafforzare l’economia sociale come paradigma di sviluppo.
Un cambio di prospettiva: dall’economia sociale come settore all’economia sociale come paradigma
Il Piano non si limita a sostenere cooperative, imprese sociali e associazioni, ma propone un cambio di visione: l’economia sociale diventa un vero e proprio paradigma per lo sviluppo locale. L’obiettivo è costruire un sistema economico capace di rispondere alle sfide del territorio – dall’emergenza abitativa alla qualità del lavoro – mettendo al centro il benessere delle persone e delle comunità. Questo approccio si ispira al Piano d’Azione Europeo per l’Economia Sociale (2021), che ha fornito un quadro definitorio e una serie di misure strategiche per integrare l’economia sociale nelle politiche industriali e nei diritti sociali.
Le sette missioni del Piano
Il Piano metropolitano è strutturato in sette missioni, suddivise in due categorie:
- Missioni tematiche (abitare collaborativo e sostenibile, qualità e senso del lavoro, welfare di prossimità ed educazione, turismo sostenibile e sviluppo del territorio)
- Missioni trasversali (public procurement, cultura e conoscenza, risorse e nuova finanza).
Ciascuna missione è articolata in specifiche direzioni strategiche e azioni concrete, per un totale di oltre 60 interventi interconnessi. Il Piano ha un orizzonte decennale, con un focus iniziale sul triennio 2025-2027.
Un’innovativa governance per un’economia sociale inclusiva
Data la trasversalità del Piano, è stata prevista una struttura di governance innovativa, capace di favorire il dialogo tra il settore pubblico e le organizzazioni dell’economia sociale. Il modello prevede:
- Comitato di direzione stabile, composto da Città metropolitana e Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Unioni dei Comuni, Circondario imolese, associazioni di categoria della cooperazione, Forum del Terzo Settore, fondazioni e Volabo.
- Comitato di consultazione, che include rappresentanti del mondo imprenditoriale e commerciale, sindacati, Università di Bologna, Chiesa di Bologna e ANCI. Questo organismo ha il compito di orientare progetti e fondi per promuovere l’economia sociale come motore di interesse generale.
Focus: abitare collaborativo e sostenibile
Uno dei temi centrali del Piano è l’abitare collaborativo e sostenibile, una delle sfide più urgenti per il territorio bolognese. Il tema dell’abitare non si riduce alla semplice disponibilità di case, ma si estende alla qualità della vita, ai servizi e alla sostenibilità ambientale.
Le azioni del Piano mirano a:
- favorire l’accesso e il diritto all’abitare delle categorie più fragili e vulnerabili tramite modelli di abitare collaborativo e sociale (come ad esempio senior housing e housing first);
- promuovere interventi per chi non riesce ad accedere all’attuale mercato immobiliare dell’affitto e dell’acquisto;
- sostenere a forme di abitare condiviso e servizi di comunità per far fronte all’emergenza abitativa stimolando pratiche di socialità e di auto-mutuo aiuto in ottica di vicinato;
- sostenere la cooperazione di abitanti e sociale come possibile modello di gestione di nuove forme di abitare condiviso e collaborativo, accessibile;
- favorire l’abitabilità dei territori a rischio spopolamento con progetti di sostegno alla permanenza di persone e famiglie in loco tramite presidi sociali di prossimità e accesso a servizi di qualità, riconoscendo il contributo relativo delle organizzazioni dell’economia sociale come la cooperazione di comunità, le associazioni per la cura e la tutela del territorio, e le imprese sociali per un turismo sostenibile.
Diversamente competitivi: il valore economico della socialità
Come sottolineato da Paolo Venturi, Direttore di AICCON: «Occorre superare la storica separazione tra sfera economica e sfera sociale, un’idea che ha indebolito il legame tra efficienza e solidarietà».
La socialità, infatti, non è più solo un fattore di inclusione, ma anche un elemento chiave per la competitività territoriale. Il Piano di Bologna propone una visione “diversamente competitiva”, in cui la collaborazione tra pubblico, privato ed economia sociale genera valore per tutti. È un messaggio forte che parte da Bologna e si rivolge all’Europa, dimostrando che equità e sviluppo non sono in contrapposizione, ma possono essere alleati strategici per costruire un’economia più giusta e sostenibile.
Con questo Piano, Bologna non solo si conferma un laboratorio di innovazione sociale, ma lancia un segnale chiaro: il futuro dell’economia passa attraverso la cooperazione, la responsabilità e la valorizzazione delle comunità.
LEGGI L’EDITORIALE DI PAOLO VENTURI
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